Nemici delle api. La Varroa



"Varroasi"
La Varroasi ; le caratteristiche , i rimedi .




Malattia prodotta dall'acaro Varroa jacobsoni Oude­mans .

Essa fu scoperta agli inizi del secolo nell'isola di Giava e si è propagata successivamente nell'Asia meridionale, in Unione Sovietica, nell'America Latina ed oggi interessa quasi tutti gli apiari del mondo .
La Varroa jacobsoni è un acaro di grosse dimensioni (circa 1,8 mm. di lunghezza), facilmente distinguibile ad occhio nudo per la vistosa colorazione bruno-rossiccia .
I pareri relativi alla vita ed allo sviluppo dell'acaro sono piuttosto discordi e le opinioni relative a possibilità di cura piuttosto discordanti. La femmina adulta sverna sul corpo delle api operaie riunite in glomere ed inizia la propria attività riproduttiva in primavera, quando compare la prima covata delle api. Le uova sono deposte dentro le celle di operaia e fuco (la preferenza di queste ultime è molto accentuata) prima della opercolatura in numero da 5 a 37; la schiusa avviene in 2 giorni ed in circa 8 giorni si completa il ciclo di sviluppo e compaiono esemplari adulti adatti all'accoppiamento che avviene all'interno della stessa cella. Per alimento il parassita sugge la emolinfa delle larve e delle pupe, pro­vocandone forte deperimento e spesso morte, o nascita di insetti deformi e scarsamente vitali. Sembra inoltre che gli acari si nutrano pure con piccole quantità di polline, gelatina reale e miele.
L'inizio della malattia è facilmenete riscontrabile dai parassiti caduti naturalmente nel cassettino "antivarroa" posto generalmente su tutte le arnie moderne . La malattia si trasmette col saccheggio, attraverso lo spostamento di alveari infetti, tramite commercio di regine o cattura di sciami di non nota provenienza.
La cura della Varroasi è stata tentata con diversi prodotti, nessuno dei quali ha però fino ad oggi dato risultati sicuri(anche per la sensibilizzazione dei parassiti) tra i principali ricordiamo l'Amitraz con principio attivo il Triazapentadiene in spray e fumigazioni; L'Apitol con principio attivo il Cymiazolo cloridrato ad uso sistemico ; il Folbex Va con principio attivo il Bromopropilato come fumigante; l'Apistan con principio attivo il Fluvalinate ad uso sistemico; l' Acido Formico; l'Acido Lattico; il Perizin con principio attivo il Coumaphos ad uso sistemico; l'Api life-var,

 l'Acido Ossalico(forse quello più efficace: usato nella formula 100gr., 1kg di zucchero, 1 lt di acqua).

Questa soluzione è quella più "naturale" ed indicata, in quanto l'acido ossalico aiuta e rinforza l'arnia ed è in natura già presente come sostanza nell'alveare. 





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